Per trovarsi bene Al Garghet servono tre requisiti. Prima di tutto, bisogna arrivarci: con un buon senso dell’orientamento o (meglio) un navigatore in macchina. Il ristorante, infatti, ha casa un bel po’ fuori dal centro, dove ancora cresce l’erba. Poi, bisogna amare la cucina milanese. Terza prerogativa: bisogna sapere il dialetto milanese, in cui è scritto il menu di questo bel locale a metà di via dei Missaglia, praticamente Gratosoglio. Se vi sentite preparati in tutte e tre le materie, fateci un salto: cucina lombarda e bell’atmosfera vi sapranno coccolare! Scoprite anche le due classifiche dei 10 ristoranti regionali buonissimi a Milano qui e qui!
La cucina, qui, segue il solco della tradizione lombarda. Rivisitata in chiave moderna, certo, ma nemmeno troppo: c’è davvero tutto quello che ha fatto la storia delle tavole della nostra Regione. Dai mondeghili ai nervit, dai risotti agli immancabili ossibuchi, la cassoeula e la cotoletta.
Indecisi se iniziare con lo gnocco fritto con salumi misti, alla fine scegliamo i fiori di zucca impanati e fritti alla milanese: buonissimi, croccanti, fritti senza essere bisunti e ripieni di mozzarella e acciughe.
Proviamo il ‘risottin saltà cont la Luganega’, il risotto al salto con zafferano e salsiccia, accompagnato da formaggio fuso. Sui risotti sono abbastanza pignola, e devo dire che questo supera la prova sotto tutti i punti di vista.
Impossibile uscire senza assaggiare uno dei piatti più celebri del Garghet, la cotoletta alla milanese: una lonza a orecchio d’elefante, larga, piatta, enorme (davvero, enorme!) e croccante, accompagnata da pomodorini.
Pensavo meglio, onestamente, ma la colpa è tutta di mia madre che mi ha cresciuta con una cotoletta meravigliosa. Quella del Garghet è un po’ secca per i miei gusti. Comunque, la finiamo perché sia mai che si avanzi qualcosa!
Come dicevo, siamo praticamente a Gratosoglio, ben oltre la fermata della metro verde Abbiategrasso, a Milano Sud. Sconsiglierei di arrivarci con i mezzi e vi direi di prendere la macchina: essendo praticamente in aperta campagna, almeno, c’è tutto il posto del mondo per il parcheggio!
La casa dove ha sede Al Garghet, secoli fa, era occupata dagli spagnoli, che la adibirono prima a gendarmeria e poi a residenza del ‘campè’, l’uomo che sorvegliava le acque delle risaie. Adesso, l’atmosfera è decisamente più bucolica e romantica: pianista che suona tutta la sera, luci soffuse, candele e insomma, un ambiente davvero caldo. D’altra parte, il servizio è un po’ brusco nei modi.
Considerato che siamo nel mezzo del nulla e che la cucina è piuttosto ‘casalinga’, il conto è forse un po’ elevato: per quanto descritto finora, accompagnato da una bottiglia di vino rosso, abbiamo speso poco meno di 50 euro a testa. Forse ad alzare il prezzo è l’atmosfera: a Milano, dopotutto, non capita tutti i giorni di mangiare in campagna. Vorrei tornarci in estate, quando si può stare in veranda o sotto il pergolato!
Via Selvanesco 36, Milano
02/534698 | info@algarghet.it
Aperto tutti i giorni (mar-dom 19:30/22:30, dom 12-14) tranne lunedì
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