Una cena deludente da Ba’ghetto, ristorante kosher-romano a Milano

Presa dall’entusiasmo, l’altra sera ho provato Ba’ghetto, storico ristorante ebraico di Roma che una decina di giorni fa è arrivato a Milano, sull’onda dell”invasione’ dei . Amo la cucina giudaico-romanesca, quando per un breve periodo ho abitato a Roma andavo appena potevo a mangiare al Ghetto, e in generale ho una grande passione per i piatti con influenze medio-orientale e kosher. Ma sono uscita dalla trasposizione milanese di Ba’ghetto parecchio delusa, e qui vi spiego perché.

Da Ba’Ghetto le portate sono tutte kosher, ovvero adatte a essere consumate da un ebreo osservante. Alcune regole sono molto dettagliate, ma in via sommaria si possono riassumere così: sono ammessi solo determinati tipi di carne (non maiale, cavallo e coniglio, per esempio), e soprattutto carne e latte non devono essere consumati insieme.

Fatta questa premessa, la carta di Ba’ghetto è abbastanza lunga, con proposte principalmente a base di pasta, verdure e carne. Vorremmo i tanto famosi carciofi alla giudia o alla romana, ma non compaiono in menu. Decidiamo di ripiegare iniziando dall’antipasto misto, che  comprende un’ottima ‘concia’ di zucchine, affettati misti kosher, alette di pollo impanate e caponata con carne secca, e dalle fantasie di salse (hummus, tahini e baba ganoush). L’antipasto misto è migliorabile sia dal punto di vista dell’impiattamento piuttosto sommario che da quello della qualità degli ingredienti; le salse invece sono oltre che disposte senza molta cura, anche più o meno indistinguibili tra di loro e prevale in tutte e tre un forte gusto di noccioline.

L’antipasto misto | © Caterina Zanzi

La fantasia di salse | © Caterina Zanzi

Confidiamo nei primi e ordiniamo un piatto di spaghetti alla carbonara (con carne secca invece che guanciale, non memorabili) e uno di tagliatelle al sugo di stracotto: questo è il piatto che ci è sembrato meglio riuscito, per quanto la cottura della pasta sarebbe stata perfetta con due minuti in più.

Gli spaghetti alla carbonara | © Caterina Zanzi

Le tagliatelle | © Caterina Zanzi

Chiudiamo con un piatto di shish kebab con salsa tahini, ovvero gli spiedini di manzo macinato e speziato (oltre che, aggiungo io, agliatissimo). La carne non è male, anche se bisogna non temere l’aglio. Nel frattempo, vediamo che ai nostri vicini di tavolo arrivano i carciofi alla giudia. Erano in fuori menu, ma nessuno si era premurato di raccontarcelo. Li ordiniamo (ci verranno poi offerti), ma non sono nulla di eccezionale rispetto a quelli pazzeschi mangiati a Roma: arrivano solo due piccolissime teste di carciofi e poi tutta una serie di scagliette fritte infinitesimali.

Lo shish kebab | © Caterina Zanzi

I carciofi alla giudia | © Caterina Zanzi

La cena è stata accompagnata da una bottiglia di vino rosso israeliano da una ventina di euro, che ci è stato consigliato dal personale di sala ma che abbiamo trovato davvero aspro per i nostri gusti. In carta troverete altri piatti tipici come i falafel, i bucatini all’amatriciana e le mezze maniche alla gricia, il cous cous, i saltimbocca alla romana, l’abbacchio con patate al forno e il baccalà alla giudia.

L’esterno del ristorante | © Caterina Zanzi

Ba’ghetto ha casa in via Sardegna, non lontano dal quartiere ebraico di Milano e una delle mie zone preferite di Milano. Se siete nei paraggi, potete fare un giro in zona Wagner ( alcuni dei miei consigli) oppure fare un po’ di shopping in corso Vercelli. Sempre per restare in tema kosher o mediorientale, due dei miei posti preferiti in zona sono Denzel per l’hamburger e per la cucina libanese.

Un angolo del ristorante | © Caterina Zanzi

Rispetto a Re Salomone, il ristorante kosher che aveva casa qui prima di Ba’ghetto, è stato fatto qualche lavoro migliorativo, ma la struttura del locale rimane la stessa. C’è una grande veranda (attenzione agli spifferi in inverno) abbastanza spoglia e con i tavoli molto vicini, e una sala interna più carina ma con i tavoli sempre un po’ attaccati. Il servizio della nostra cena è stato approssimativo e davvero davvero (davvero!) confusionario, ma confidiamo nel rodaggio dei primi mesi. La clientela è per la maggior parte di origine ebraiche.

Un angolo del ristorante | © Caterina Zanzi

Eravamo in tre, abbiamo diviso due antipasti e preso un piatto a testa: con una bottiglia di vino il conto ha raggiunto facilmente i 35 euro per persona. Le porzioni sono abbondanti e dovrebbero bastarvi per uscire sazi, ma in ultima analisi, il ristorante proprio non ci ha convinto.


Via Sardegna 45, Milano
02 4694643
Aperto tutti i giorni (12-15:30 e 18-23) tranne venerdì sera e sabato a pranzo

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4 commenti

Chiara 30/03/2018 - 1:39 pm
Da romana mi ritengo offesa per quei due carciofi spampanati!!! Aborro!
Caterina Zanzi 30/03/2018 - 2:58 pm
Anche io ci sono rimasta malissimo per i carciofi :(
joyce 11/04/2018 - 1:43 pm
Volevo solo spiegarvi il motivo: per la religione ebraica alcuni cibi non sono permessi e il rabbinato di Milano, di cui Baghetto rispetta le regole per essere Kosher, non ammette i carciofi perche fra foglia e foglia potrebbe nascondersi qualche insetto che renderebbe il carciofo non permesso , non kosher. per ovviare a questo hanno deciso di fare il carciofo alla giudia"scomposto" friggendo foglia per foglia in modo tale da non incorrere nel problema...
Caterina Zanzi 11/04/2018 - 2:09 pm
Grazie mille, ho letto negli ultimi giorni alcuni articoli in proposito. Ad ogni modo, i carciofi erano l'ultimo dei (tanti) problemi :)
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