Qualche sera fa ho provato Mi-Cucina di confine, vicino alla vecchia fiera di Milano e davanti alle nuovissime residenze di Citylife.
L’impronta della cucina è cantonese, con qualche ‘iniezione’ fusion che arriva dai vicini Paesi d’Oriente, su tutti Malesia e Giappone. Cronaca di una serata speciale a due passi dalla fermata rossa Amendola.
A convincermi più di tutti gli altri piatti durante la cena sono stati gli antipasti. Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, da Mi iniziare la cena è un vero piacere.
Partiamo con alcune delle entrée consigliate dallo chef: temaki croccante di salmone, tartare di salmone e mango e un piatto di capesante.
Il piatto più buono di tutta la cena si rivela essere il carpaccio di branzino (leggermente scottato) insaporito con yuzu e olio di oliva.
Mi aspettavo meglio dai dim sum al vapore: nel menu se ne trova un’ampia scelta, e questo fa presupporre che siano tra i piatti forti del locale. Invece, a mio modo di vedere, la pasta è nettamente migliorabile, soprattutto quella al nero di seppia, un po’ troppo molle per i miei gusti. I dim sum che consiglio sono quelli di manzo al tartufo e quelli classici al gambero.
Tra i secondi, molto buone le capesante in salsa agropiccante, belle da vedere e buone da mangiare.
Un plauso anche alla sezione carne del menu, particolarmente densa per essere quella di un fusion.
Noi abbiamo scelto un ottimo vitello con cipollotti e zenzero alla piastra e un migliorabile filetto di manzo in salsa di soia caramellata
Il locale è tra i più belli che abbia visto finora a Milano. Certo, il suo design si sviluppa sempre un po’ sulla falsa riga etno-chic degli altri in città, ma ha svariati pro da non sottovalutare: è spazioso, ben illuminato, ben insonorizzato e nel complesso veramente gradevole, tanto che stento a trovargli un difetto che sia uno. Sulla cartina di Milano, siamo in zona Fiera Milano, vicino alla fermata della rossa Amendola e con buone possibilità di trovare parcheggio nelle vicinanze.
L’atmosfera è nel complesso elegante e garbata, ma senza risultare affettata. La clientela è abbastanza variegata e il personale molto gentile. Tutti elementi che bastano a far sentire l’ospite rilassato, senza però ingarbugliarlo in una rete spesso spiacevole fatto di galateo, etichette e ‘carinerie’ affettate.
Mangiando il giusto per uscire sazi, e accompagnando i piatti con una bottiglia di vino, raggiungere i 50 euro a testa non è così difficile. Mi è uno di quei posti perfetti per qualche occasione speciale o per concludere alla grande una giornata difficile.
Viale Cassiodoro 5, Milano
02 48513745
Aperto tutti i giorni (12:00-14:30 e 19:00-23:30) tranne il lunedì.
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