5 mostre a Milano da visitare assolutamente a giugno

I meravigliosi abiti di un famosissimo stilista giapponese; le sculture tessili di un’artista coreana; le riproduzioni in scala 1:1 di ambienti e scenografie progettati da una grande architetta italiana; il colore libero, svincolato dai limiti della tela da un artista siciliano mancato di recente; i messaggi di pace e uguaglianza veicolati con poster e murales da un artista-attivista statunitense. È particolarmente varia, questo mese, la nostra rubrica! Tra musei e gallerie d’arte, ecco quali sono le 5 mostre a Milano da visitare assolutamente a giugno

5 MOSTRE A MILANO DA NON PERDERE A GIUGNO

YOHJI YAMAMOTO – LETTER TO THE FUTURE

📍10 Corso Como Gallery | fino al 31/07/2024
🎟️ ingresso: libero

La nostra rassegna di mostre a Milano inizia all’insegna della moda, nella rinnovata galleria di 10 Corso Como, con l’esposizione dedicata ai capolavori, realizzati tra il 1986 e il 2024, dello stilista giapponese Yohji Yamamoto. Sono 25 capi iconici su busti sartoriali, disposti in modo lineare all’interno dello spazio.

In tutta onestà, senza leggere le didascalie a corredo, risulta davvero difficile distinguere le creazioni più recenti dalle più datate: lo stile del visionario designer è perennemente contemporaneo. Tra tutto quel nero, rosso e bianco, però, noi siamo rimasti incantati e vi consigliamo di non perdervela assolutamente.  

SANG A HAN – BLACK FLAME

📍Galleria Fumagalli | fino al 13/09/2024
🎟️ ingresso: libero

Un’altra interessante mostra a Milano è Black Flame, personale dell’artista coreana Sang A Han, in corso alla Galleria Fumagalli. Lì troverete una raccolta, creata per l’occasione, di sculture tessili cucite, imbottite e pitturate con il Meok, inchiostro di china con cui l’artista reinterpreta antiche tecniche di pittura a inchiostro.

Inoltre, le morbide e affascianti opere rimandano alla natura (uno degli elementi più ricorrenti è l’orchidea), al corpo femminile e a una dimensione spirituale. Non a caso gran parte della produzione si erge verso l’alto, simboleggiando una necessità di “ascensione, trascendenza e comunione universale”. Una mostra estremamente poetica.    

GAE AULENTI (1927-2012)

📍Triennale | fino al 12/01/2025
🎟️ ingresso: intero 15€; ridotto da 12 a 7,50€

Passiamo all’architettura, con la retrospettiva in Triennale dedicata agli oltre sessant’anni di carriera di una delle figure più importanti del settore: Gae Aulenti. Urbanista, scenografa, paesaggista, architetta di interni, designer… Aulenti è stata una progettista poliedrica e curiosa.

Il percorso espositivo, che celebra le sfide più riuscite di Aulenti, consta di un nucleo centrale in cui sono stati ricreati ambienti in scala 1:1 (tra cui la scenografia pensata per l’Elektra di Strauss, il concessionario Fiat di Zurigo e il negozio Olivetti di Buenos Aires, solo per citarne alcuni). A circondare il nucleo, poi, un corridoio esterno in cui sono stati riuniti bozzetti e modellini, appunti e fotografie, disegni e riviste. Questa seconda parte verrà maggiormente apprezzata dai professionisti del settore, ma consigliamo la mostra anche ad appassionati e curiosi.

PINO PINELLI

📍A Arte Invernizzi | fino al 16/07/2024
Galleria Artra | fino al 30/06/2024
🎟️ ingresso: libero

A Arte Invernizzi e Galleria Artra – distanti una quindicina di minuti a piedi – ospitano una duplice mostra, pensata come un unico percorso, dedicata a Pino Pinelli. Celebre per la ridefinizione del concetto di spazio pittorico, l’artista siciliano è mancato il 30 aprile scorso, all’età di 86 anni.

Se da Artra sono esposti i lavori del ’76 e del ’77 dai quali è partita la riflessione di Pinelli sull’opera intesa come corpo pittorico, nei due piani di A Arte Invernizzi, invece, sono distribuiti lavori “disseminati” e frammentati di grandi dimensioni, realizzati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. 

L’esposizione è un’ottima occasione per capire come il colore nelle tele monocrome di Pinelli sia “liberato e lasciato fuoriuscire dai limiti del quadro” per diventare “entità autonoma e presenza tattile disseminata nello spazio“.

OBEY – THE ART OF SHEPARD FAIREY

📍Fabbrica del Vapore | fino al 27/10/2024
🎟️ ingresso: intero 14€; ridotto da 12 a 5€

Shepard Fairey frequentava ancora la Rhode Island School of Design, quando creò la campagna di sticker André the Giant Has a Posse, con protagonista il volto del wrestler e attore francese. Era l’inizio dell’inconfondibile marchio Obey.

Nei successivi 35 anni di carriera, lo street artist ha poi realizzato diversi murales in giro per il mondo (il ritratto di Mandela a Johannesburg, per esempio, o “Make Art not War” per la Urban Nation di Berlino), copertine di dischi, poster. Nonché la famosissima immagine per cui è conosciuto dai più: il ritratto dell’allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti Barak Obama, accompagnato dalla scritta “Hope”. 

Obey è un artista/attivista che pone al centro del proprio lavoro importanti temi sociali e ambientali, come ben si evince dall’ampia monografica in corso alla Fabbrica del Vapore, curata da Fairey stesso e dalla galleria Wunderkammer.
Propaganda, pace e giustizia, musica e ambiente: sono questi i quattro grandi temi in cui si sviluppa l’ampia mostra.
Si conferma così la volontà del Comune di Milano di promuovere la Fabbrica del Vapore come luogo culturale in cui riflettere – attraverso il lavoro di artisti impegnati come Obey e Zerocalcare – su tematiche fondamentali che riguardano tutti noi. Anche perché, come afferma Fairey, “non c’è un noi contro di loro; c’è solo un noi”.

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