Ristoranti fuori Milano: 10 indirizzi che abbiamo provato di recente

Di Redazione

Sentite la voglia di ‘evadere’ da Milano con la bella stagione? È tornato il momento di condividere con voi le nostre impressioni sui ristoranti fuori Milano, con una nuova selezione che ci ha entusiasmato. Dai ristoranti con vista mare o vista lago, a quelli con cucina casalinga, passando per due stellati Michelin, ecco i nostri racconti!

AL CAMINO

📍Lesa (Novara)
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Il Lago Maggiore è uno dei nostri posti preferiti per una gita fuori porta. Ci siamo tornati di recente, prenotando al ristorante Al Camino, a Lesa, dotato di una bella terrazza con vista panoramica sul lago. Il nostro pranzo è stato estremamente piacevole nella luminosa sala interna (ce n’è anche una seconda più appartata e dotata del camino da cui prende il nome il posto). Dal menu, che conta una quindicina di piatti, abbiamo ordinato un’interessante insalata di carciofi con parmigiano stagionato 30 mesi, trippa al pomodoro, dei golosi gnocchi alla parigina (che si differenziano dai tradizionali gnocchi di patate perché il loro impasto contiene anche burro e che vengono serviti gratinati e affogati in una fonduta di formaggio), pasta e ceci e zuppa di cipolle, e per concludere una torta al limone e un buonissimo tiramisù. La spesa media escluse bevande si aggira intorno ai 30€. 

OSTRERIA FRATELLI PAVESI

📍Gariga (Piacenza)
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Per un pranzo fuori porta di redazione abbiamo scelto questa osteria – anzi, Ostreria, per via dei tre fratelli-osti che la gestiscono – nelle valli piacentine, a un’oretta di autostrada da Milano. L’atmosfera da ‘azienda agricola’ è chiara sin dagli esterni, con una grande corte novecentesca che d’estate accoglie i tavoli, e un ambiente senza fronzoli all’interno. Il piatto simbolo di Fratelli Pavesi è la bomba di riso ripiena di piccione e porcini secchi della val Nure, una portata da dividere in 3 o 4 persone che vi trasporterà immediatamente in una dimensione campagnola. Ottimi i salumi della zona (coppa, pancetta e salame con giardiniera, ma anche prosciutto di maiale nero, culatello di Zibello e culaccia), e – per i più coraggiosi – le cervella di vitello fritte con spinacini freschi e limone. Passando ai primi provati, menzioniamo i classicissimi e sempre soddisfacenti pisarei e fasö e, soprattutto, il tagliolino fresco con storione bianco di Calvisano, fumetto di storione e bottarga di caviale Calvisius. A seguire, potete ridarci dentro col piccione disossato alla brace o optare per un altro piatto simbolo dell’osteria, la lombata di daino alla brace con fondo di selvaggina e verdure di stagione. Notevoli anche i dessert (qui si viene per la zuppa inglese, ma anche il Monte Bianco e la sbrisolona con zabaione ci hanno soddisfatto), servizio cortese, carta dei vini ben assortita e attenzione ai produttori (avremmo gradito qualche piatto di verdure in più). Il conto ci è sembrato un po’ sbilanciato verso l’alto, soprattutto per via delle porzioni non abbondantissime. Tenete in conto almeno una sessantina di euro a testa, bere a parte, per uscire soddisfatti.

CONTRADA BRICCONI

📍Oltressenda Alta (Bergamo)
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Il desiderio di arrivare fino in Val Seriana, un’oretta e un quarto da Milano, era forte da tempo, e la ragione era, principalmente, provare la cucina di Contrada Bricconi, azienda agricola e ristorante che quest’anno è entrato anche nel radar della guida Michelin, che lo ha premiato con una stella. L’idea è portare il fine dining in montagna, ma con grande rispetto dei prodotti e del territorio, grazie a un’attenzione certosina per processi come la lavorazione del latte, la cura dei formaggi in stagionatura e l’impiego dei prodotti fino all’ultima briciola, ond’evitare scarti. Questa cura è ben visibile in ogni portata del menu degustazione da una dozzina di portate, l’unico percorso proposto sia per pranzo che per cena, e nell’atmosfera che si respira sin dal suo ingresso, in un piccolo borgo tardo-medioevale composto da qualche casa, una stalla e l’orto. Si inizia dalla sala deputata all’essiccatura di pesci e carni, per assaporare un piccolo spiedino di agnello cotto con il flambadou (un cono incandescente che irrora la carne di lardo) e succo di mele caldo, e si prosegue in un viaggio in cui vengono valorizzate finanche le scaglie del pesce, il siero che rimane dalla produzione del formaggio e gli oli alle erbe montane. Il percorso è un crescendo culminato in alcuni piatti davvero notevoli: su tutti, a nostro avviso, il pane con burro di centrifuga – una nuvola -, la quaglia con salsa Jerk di tradizione jamaicana, la trota alla brace in arrivo da un piccolo allevamento della zona e un delizioso gelato di stracchino e aceto balsamico di sambuco. Il prezzo del menu degustazione è di 130€ (ottimi) vini esclusi, il servizio è giovane ed entusiasta (anche se leggermente oscillante tra personale ancora un po’ acerbo e professionisti della sala, ma lo si perdona), e in generale l’esperienza – credeteci – rimarrà a lungo impressa nella vostra memoria.

RISTORO SAN MICHELE AL MONTE

📍San Michele (Varese)
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Se vi piace evadere da Milano durante il weekend – per mangiare ma soprattutto per cambiare aria e panorama e farvi delle camminate – segnatevi questo indirizzo. Noi, purtroppo, ci siamo stati in una giornata davvero sfortunata – meteorologicamente parlando -, quindi niente passeggiate, ma ci siamo ripromessi di tornare. San Michele è un paesino sui bricchi veramente ma veramente minuscolo: avete presente quando si dice “quattro case in croce?” Ecco. E proprio sopra la graziosa chiesetta risalente al X secolo, si trova il Ristoro San Michele al Monte, dall’atmosfera casalinga, in cui ci siamo goduti un piacevolissimo pranzo in gruppo. In menu un antipasto misto comprensivo di salumi, formaggi (tra cui un gorgonzola di capra da leccarsi i baffi) e verdure; primi piatti montanari come canederli, pizzoccheri e zuppe; come secondo (ma più che secondo forse sarebbe meglio dire piatto unico) polenta con brasato, salsiccia, gorgonzola, stracotto, pollo alla cacciatora o cassœula e infine dolci fatti in casa serviti in porzioni iper generose a soli 3,50€. Incluse bevande, qui ci si può tranquillamente sfamare non spendendo più di 20€ a persona.

LOCANDA DEI NOBILI VIAGGIATORI

📍Malpaga (Bergamo)
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Della nostra passione per i castelli già sapete: quello di Malpaga è uno dei nostri preferiti, immerso com’è nel verde della campagna bergamasca. Noi ci siamo stati in gruppo per una gita nel weekend e dopo aver girato tra le sale affrescate, siamo andati a rifocillarci alla Locanda dei Nobili Viaggiatori, struttura a gestione familiare che include sia un ristorante che una locanda con cinque stanze dove fermarsi a dormire. Ospitata in un edificio storico del borgo di Malpaga, dell’antica atmosfera in realtà non è rimasto moltissimo. Noi non siamo stati poco fortunati col tempo quindi siamo stati all’interno, ma vi consigliamo assolutamente di approfittare del giardino all’aperto che si affaccia direttamente sul castello. Il menu ruota intorno alla cucina della tradizione bergamasca, con prodotti di stagione e a chilometro zero. Salumi e formaggi sono protagonisti degli antipasti, mentre tra i primi trovate classici come i casonsei alla bergamasca (buonissimi!) o tagliatelle ai funghi porcini. Più scelta nei secondi, tra pancia di maialino da latte glassata, tagliata di petto d’anatra scaloppato al Valcalepio e cappello del prete brasato a cottura lenta – tutti accompagnati da patate o polenta al forno. Le porzioni sono giuste. Bevande escluse, mettete in conto di spendere circa 40€ a testa.

HALLOWEEN

📍Genova
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La Liguria, si sa, è la meta marittima più amata e comoda da raggiungere per i milanesi e infatti anche noi ne siamo assidui frequentatori. Durante la nostra ultima permanenza a Nervi, suggestivo borgo al limite orientale del comune di Genova, siamo tornati in due posti che amiamo molto. Il primo è Halloween, ristorante, focacceria e pizzeria che si trova proprio al porticciolo. Il locale non è niente di che – anche se per fortuna nella bella stagione vengono messi i tavoli all’esterno –  ma la focaccia al formaggio – sia semplice che con l’aggiunta di vari ingredienti come gorgonzola, prosciutto, cipolle, salsa di noci e l’immancabile pesto – e la pizzata (ossia la focaccia al formaggio con pomodoro, olive, capperi e acciughe), qui sono veramente spaziali! E anche le farinate si difendono alla grande. Spendendo circa 20€ a persona è possibile farsi una soddisfacentissima scorpacciata di queste prelibatezze e accompagnarle anche a una bella birra fresca. Aperto solo a cena.

RISTORANTE LA SCOGLIERA

📍Genova
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Il secondo ristorante che vi consigliamo se avete in programma una gita a Genova e dintorni è quello dei Bagni La Scogliera, a cui si arriva facendo la bellissima e panoramica Passeggiata Anita Garibaldi. Si tratta di uno degli indirizzi migliori per mangiare sul mare e noi ci siamo molto affezionati. Il menu comprende tanti piatti tipici della cucina ligure ma anche piatti di pesce più particolari, come gli ottimi gnocchi con pomodorini e capesante e le irrinunciabili alici impanate e fritte). Per un pasto completo in questa incantevole cornice il costo a persona si aggira attorno ai 35-40€, escluse bevande ma incluso tramonto mozzafiato. 

GARBASSU

📍Varazze (Savona)
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Si percepisce forse la nostra voglia di fughe al mare, se vi nominiamo il terzo ristorante in Liguria? Questa volta ci troviamo sulla riviera di Ponente, e più precisamente a Varazze. Forse vi ricorderete di Garbassu proprio dal nostro articolo sulle gite fuori porta in Liguria, ebbene noi qui ci torniamo sempre volentieri. La cucina proposta è quella schietta e casalinga, come lascia intuire l’arredamento del posto, con oggetti di antiquariato che sembrano usciti dai migliori mercatini vintage (o dalle case di tutte le nonne di zona). Spazio dunque a trofie al pesto, calamarata di pesce, fritto misto e pescato del giorno, accanto ad altri piatti più ricercati. I tavoli a disposizione all’interno sono pochi, ma nella bella stagione potrete sfruttare anche il piccolo ma grazioso dehor antistante il locale. Considerate una spesa non propriamente economica (per un pranzo con un vino della zona, una media di 40/50€ a testa), ma il personale è cortese e l’ambiente super tranquillo. Vi segnaliamo che dall’anno scorso Garbassu si è sdoppiato anche in Garbassu all’orto, nell’entroterra di Varazze!

LIDO 84

📍Gardone Riviera (Brescia)
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Che emozione si prova a mangiare nel settimo miglior ristorante al mondo (a sindacabile giudizio della classifica The World’s 50 Best Restaurants)? Moltissima, almeno quanta la paura che le proprie aspettative non vengano mantenute. Ma da Lido 84 basta l’idilliaca location a lasciar ammaliati. Sin dall’ingresso, si viene avvolti dalla luce delle immense vetrate che circondano le sale, dai libri e dai complementi di arredo ricercati, con il lago che danza di fronte ai tavoli. I menu degustazione tra cui scegliere sono tre: Oscillazioni la Storia con i piatti ormai celebri, da sette o nove portate (130 e 150 euro euro), Oscillazioni a sorpresa, a mano libera dello chef da sette o nove portate (130 e 150 euro), oppure il Menu 4 e ½ (140€). Noi abbiamo optato per la Storia, che viene raccontata dalla sapiente voce di Giancarlo, fratello dello chef Riccardo Camanini, il quale riesce a trasmettere alla perfezione la cura, la ricerca estenuante e la cultura gastronomica da cui nasce ogni piatto, di cui ogni singolo ingrediente è elevato a protagonista. Veniamo, per l’appunto, alla degustazione: memorabile l’ostrica alla brace, servita su un crostone di pane e olio al pino mugo, e il pennone e ricci di mare, dove un singolo pezzo di pasta viene servito sbollentato, pronto per essere intriso in un sugo che sa solo e meravigliosamente di mare. Proseguiamo menzionando la cacio e pepe cotta in vescica, ormai signature dish dello chef e immancabile tappa del percorso (anche se da aggiungere a richiesta), ma anche l’animella di vitello fritta e accompagnata da rum, miele all’antica e senape, e la perfetta conclusione: torta di rose e pentolino di zabaione caldo al vov e limoni del Garda. Grazie anche ad un percorso di abbinamento vino estremamente preciso ed originale (abbiamo viaggiato dalla Nuova Zelanda al Giappone, passando in Francia e Sudafrica), le nostre aspettative sono state rispettate e, anzi, ampiamente superate: a sorprendere, l’ambiente giovane ma estremamente preparato ed appassionato al servizio, e una cucina fatta di ricette all’apparenza semplici, ma rese incredibili da metodi di cottura, influenze e lavorazioni, che vengono raccontate e presentate meglio di una favola. A proposito, c’è una piccola torretta, al limitare del giardino esterno: consigliamo ai più romantici di voi di non lasciarsela sfuggire.

SCUDERIE DEL BORGO

📍Pavia
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Scuderie del Borgo a Pavia è una piccola osteria accogliente e caratteristica, nascosta sotto i portici che affacciano sul Naviglio. La nostra idea era di fermarci per bere due calici di vino, ma il bancone rimpinzato di salumi, formaggi e sott’oli ci ha tentati e la bevuta si è trasformata in un aperitivo rinforzato. Il menu è scritto sulla lavagna, cambia giornalmente e spazia dagli sformati di verdure alle lasagne al ragù, dalle tartare di carne al brasato con polenta. Noi abbiamo ordinato qualche tapas da condividere come le acciughe “al verde” di propria produzione e quelle del Cantabrico in latta; e un tagliere di salumi e formaggi con l’immancabile salame di Varzi, la mortadella di Bologna, il Nostrano di Crodo (un formaggio a latte intero vaccino) buonissimo, il Casera della Valtellina e delle marmellatine di accompagnamento. Tutto eccellente e di ottima qualità. Per il consiglio vinesco, essendo che la selezione dei vini è ampissima, ci siamo affidati ai proprietari molto preparati, infine optando per un evergreen: la Bonarda dell’Oltrepò! Il costo a persona si aggira attorno ai 20-30€. Insomma, un’ottima scelta per un pit stop gastronomico pavese (anche) in un sabato o una domenica fuoriporta.

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2 commenti

Federica 14/05/2024 - 11:18 am

Da varesotta assidua frequentatrice della Liguria non vedo l’ora di provare diverse di queste proposte😍
PS. Su Varazze, credo ci sia una svista: la riviera è quella di Ponente 🩵

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Caterina Zanzi 14/05/2024 - 2:30 pm

Ciao Federica, hai ragione, abbiamo corretto! <3

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